Pensieri di Freud sulla religione

Sigmund Freud (Freiberg, 6 maggio 1856 – Londra, 23 settembre 1939)

«Quando il cristianesimo cominciò la sua penetrazione nel mondo antico, incontrò la rivalità della religione di Mitra e per un po’ di tempo fu dubbia la vittoria tra le due divinità. La figura inondata di luce del giovane dio persiano rimane tuttavia oscura per noi. Le leggende che raffigurano Mitra che uccide dei buoi ci inducono a concludere che egli rappresentasse il figlio che, avendo da solo portato a termine il sacrificio del padre, ha liberato i fratelli dal senso di colpa che li tormentava in seguito a questo crimine. Vi era un’altra via per eliminare questo senso di colpa, e questa fu seguita da Cristo: sacrificando la propria vita, egli redense tutti i suoi fratelli dal peccato originale.»

Sigmund Freud, Totem e tabù

«Tabù è una parola polinesiana, la cui traduzione esatta è resa difficile dal fatto che manca presso di noi il concetto cui attualmente può riferirsi. Questo era ancora vivo presso gli antichi romani. Il sacer latino era il corrispettivo del tabù dei Polinesiani, così come l’άγος dei Greci ed il Kodausch ebreo dovettero avere lo stesso significato espresso nella parola tabù dei Polinesiani e nelle denominazioni simili in uso presso molti popoli dell’America, dell’Africa (Madagascar), dell’Asia settentrionale e centrale.»

Sigmund Freud, Idem

«A lungo andare, nulla può resistere alla ragione all’esperienza, e l’opposizione della religione nei riguardi di entrambe è fin troppo evidente. Neanche le idee religiose purificate possono sottrarsi a tale destino, nella misura in cui vogliono salvare ancora qualcosa del contenuto consolatorio della religione.»

Sigmund Freud L’avvenire di un illusione

«Se qualcuno giunge al punto di accettare acriticamente tutte le assurdità che le dottrine religiose gli trasmettono, e perfino di ignorarne le contraddizioni vicendevoli, la sua debolezza intellettuale non deve stupirci oltremodo.»

Sigmund Freud Idem

«La religione sarebbe la nevrosi ossessiva universale dell’umanità; come quella del bambino, essa ha tratto origine dal complesso edipico, dalla relazione paterna.»

Sigmund Freud Idem

«Le dottrine religiose… possiamo dire che sono tutte illusioni indimostrabili e che nessuno può essere costretto a tenerle per vere, a crederci. Alcune di esse sono a tal punto inverosimili, talmente antitetiche a tutto ciò che faticosamente abbiamo appreso circa la realtà dell’universo, che, tenuto il debito conto delle differenze psicologiche, possono essere paragonate ai deliri.»

Sigmund Freud Idem

«Le verità che le dottrine religiose contengono sono così deformate e sistematicamente mascherate, che la massa degli uomini non può riconoscerle come verità. È un caso analogo a quello che si ha quando raccontiamo al bambino che la cicogna porta i neonati. Nei nostri discorsi coi bambini siamo convinti che sia meglio omettere queste dissimulazioni simboliche della verità.»

Sigmund Freud Idem

«Le dottrine religiose […] possiamo dire che sono tutte illusioni indimostrabili e che nessuno può essere costretto a tenerle per vere, a crederci. Alcune di esse sono a tal punto inverosimili, talmente antitetiche a tutto ciò che faticosamente abbiamo appreso circa la realtà dell’universo, che, tenuto il debito conto delle differenze psicologiche, possono essere paragonate ai deliri.»

Sigmund Freud Idem

«Dobbiamo credere perché i nostri antenati remoti hanno creduto. Ma questi nostri avi erano di gran lunga più ignoranti di noi, hanno creduto cose che oggi ci sarebbe impossibile accettare.»

Sigmund Freud Idem

«No, la nostra scienza non è un’illusione. Sarebbe invece un’illusione credere di poter ottenere da altre fonti ciò che essa non può darci.»

Sigmund Freud L’avvenire di un’illusione

«Il Dio onnipotente e giusto, la natura benigna ci appaiono come grandiose sublimazioni del padre e della madre, anzi come repliche e reintegrazioni delle immagini, che il bambino piccolo ha di entrambi… il Dio personale non è altro, psicologicamente, che un padre innalzato.»

Sigmund Freud Un ricordo d’infanzia di Leonardo da Vinci

NDA: Yahweh era, per Freud, una divinità sinistra e sanguinaria, assuefatta per la sua natura tellurica ad aggirarsi solo di notte e ad evitare la luce del giorno:

«[…] non era verosimilmente un Essere preminente sotto alcun aspetto. Era un dio locale, rozzo, di animo meschino, violento e assetato di sangue; aveva promesso ai suoi fedeli un paese “stillante latte e miele” e li aveva incitati a scacciare i suoi attuali abitanti e a “metterli a fil di spada”».

Sigmund Freud Mosè e il monoteismo

«E sono anche arrivate, con una frequenza sorprendente per uno straniero, lettere di altro genere che si preoccupavano per la salvezza della mia anima e volevano indicarmi la via di Cristo e illuminarmi circa il futuro di Israele. La brava gente che mi ha scritto così probabilmente non sa molto di me; ma quando questo nuovo lavoro su Mosè sarà conosciuto in traduzione fra i miei nuovi concittadini, mi aspetto di perdere presso molte altre persone non poche delle simpatie che ora mi dimostrano.» Sigmund Freud Idem

«Non deve essere stato facile per il popolo (d’Israele) conciliare la fede nella predilezione da parte del suo dio onnipotente con le tristi esperienze del suo destino infelice. Ma il popolo non si lasciò sviare, accrebbe il suo senso di colpa per soffocare i dubbi su dio, e forse alla fine fece ricorso alla “imperscrutabile volontà di dio”, come fanno ancor oggi i devoti.»

Sigmund Freud Idem

«Noi, uomini di poca fede, non possiamo che invidiare quei ricercatori convinti dell’esistenza di un essere supremo! Per questo grande Spirito il mondo non fa problema, dal momento che egli stesso ha creato tutte le sue istituzioni. Quanto sono complete, esaustive, definitive le dottrine del credente rispetto ai faticosi, miseri e frammentari tentativi di spiegazione che noi, con enorme sforzo, riusciamo in qualche modo a comporre!»

Sigmund Freud Idem

«Se si cerca di inserire la religione nel percorso evolutivo dell’umanità, essa non appare come una conquista permanente, ma piuttosto un corrispettivo della nevrosi attraverso cui ogni individuo civilizzato deve passare nel suo itinerario dall’infanzia alla maturità.»

Sigmund Freud Introduzione alla psicanalisi

Sigmund Freud

«Le religione pregiudica questo giuoco di scelte e adattamenti, in quanto impone a tutti in modo uniforme la sua via verso il raggiungimento della felicità e la protezione dalla sofferenza. La tecnica della religione consiste nello sminuire il valore della vita e nel deformare in maniera delirante l’immagine del mondo reale, cose queste che presuppongono l’avvilimento dell’intelligenza. A questo prezzo, mediante la fissazione violenta a un infantilismo psichico e la partecipazione a un delirio collettivo, la religione riesce a risparmiare a molta gente la nevrosi individuale. Ma niente di più. Esistono, come abbiamo detto, molte strade che possono condurre alla felicità, per quanto umanamente essa è raggiungibile; tuttavia nessuna di queste strade è sicura. Nemmeno la religione è capace di mantenere le sue promesse. Quando il credente si trova da ultimo costretto a parlare dell’«imperscrutabile decreto» di Dio, con ciò stesso ammette che tutto quel che gli è lasciato come ultima consolazione possibile e fonte di gioia nella sofferenza è un’incondizionata sottomissione. E se egli è pronto a questo, avrebbe verosimilmente potuto risparmiarsi un cammino così tortuoso.»

Sigmund Freud Il disagio della civiltà

 

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